Impazzano su quotidiani online, siti, blog e social network. Sono le liste della qualunque, che ci insegnano a fare qualsiasi cosa, ci spiegano il mondo, ci aiutano a essere persone migliori.
Tutto in otto o, massimo, dieci punti.
Come nasce questa fissazione collettiva per l’enumerazione? Davvero possiamo ridurre ogni cruccio o dilemma a un elenco puntato? Perché abbiamo iniziato a ragionare per schemi?
Proverò a spiegarvi io il successo delle liste.
In soli 10 punti.
1. Tutti sanno contare fino a dieci. Anche gli analfabeti, i bambini, Salvini.
2. Il giornalista/blogger/redattore ci mette meno di 10 minuti a scrivere una lista e può dedicare più attenzione al suo vero lavoro in pizzeria che gli permette di pagare l’affitto.
3. Si leggono velocemente. Così hai più tempo per leggere altre liste.
4. Puoi sempre interrompere la lettura e ricominciare dopo aver servito queste quattro margherite al tavolo 2.
5. Sono spesso accompagnate da belle gallery fotografiche. A volte ci sono anche maschi muscolosi nudi. Non in questa lista, purtroppo.
6. Sono spiritose.
7. Ci fanno sentire ggiovani perché cello, cello, mimanca.
8. Sono piene di consigli utili.
9. Per togliere il cattivo odore dal frigo, basterà riporre all’interno una ciotola con dei fondi di caffè.
10. Quando finisci di leggerle, hai sempre voglia di condividerle sulla tua bacheca, aggiungendo il commento “tutto vero, tranne la 6”.
Aggiungo una tazzina di bicarbonato al punto 9
Tutto vero.
C’è spesso il punto 11 per un supplemento di umorismo.
Il punto “spasso”