Oggi è il mio compleanno e io sono, tutto sommato, felice.
Nel “tutto sommato” sta la maturità.
P.s. qui c’è la mia lista dei desideri, se avessi voglia di farmi un regalo. Io ci provo…
Oggi è il mio compleanno e io sono, tutto sommato, felice.
Nel “tutto sommato” sta la maturità.
P.s. qui c’è la mia lista dei desideri, se avessi voglia di farmi un regalo. Io ci provo…
Come dice quel mio saggio amico, sono decisamente più vicina ai 30 anche ai 20.
(Ah, amici e parenti lontani, se proprio morite dalla voglia di farmi un regalo di compleanno, c’è sempre la mia lista dei desideri!)
Un anno in più sono centinaia di sorrisi, migliaia di caffè, dozzine di pizze con la mozzarella di bufala, un sacco di scarpe, tantissimi treni, un po’ di aerei, camere di hotel, valanghe di righe di chat, tanti baci, ma mai troppi, qualche lacrima, sveglie presto e mattinate a letto, amici nuovi e vecchi amori, giornate di sole e maledetta pioggia, innumerevoli bicchieri di vino, molti libri letti e uno scritto, sorprese, cambiamenti e vizi antichi, qualche nuovo paia di jeans, tutte le tue carezze, tante ore chiusa in palestra a sperare che il tempo non passi, progetti, discese ardite e risalite, una torta con sopra le candeline e tanta, tanta strada ancora da fare.
(Sono passati un po’ di anni dai venticinque, ma se facciamo finta di niente è come se non fosse mai successo).
Tra pochi giorni sarà il mio compleanno.
Non mi è mai piaciuto invecchiare. E non mi piace festeggiare subito dopo il tripudio natalizio, capodannesco e dell’Epifania.
Non amo invecchiare, ma quest’anno mi sembra più accettabile, meno crudele.
Dicono che succede quando diventi adulto.
Ho capito delle cose, ultimamente. Delle cose che erano lì, a ronzarmi nella testa da anni, ma che sembravano distanti, criptiche, complicate, inopportune.
Ho capito che ci sono stagioni della vita e sono tutte belle e impegnative ed emozionanti. Ma bisogna saperle accettare. E a me non andava proprio a genio di lasciare andare i vent’anni, così comodi, così ribelli, così leggeri, così appassionati.
Un giorno ti svegli, ti guardi intorno, e hai costruito delle cose. Non tutte reggono, non tutte funzionano. Il lavoro va e viene e ti angoscia, ti mortifica, ti dispera o ti gratifica sempre di più. I tuoi amici hanno fatto dei figli, hanno comprato automobili grandi, hanno iniziato a fare le ferie in montagna o al lago, passano le sere a guardare reality in TV. I tuoi genitori sono invecchiati, ti chiamano in continuazione per delle sciocchezze, ripetono sempre le stesse cose, diventano meno indipendenti, hanno più bisogno di attenzioni.
Non fa male essere cambiati, essere cresciuti. Infilarsi a letto il sabato sera a mezzanotte sembra quasi una conquista: non devi più dimostrare niente, non devi più aggredire il mondo, non devi più trasgredire.
Anche se poi lo fai quando ne hai voglia e con più stile e con più classe e con più lentezza.
Non so esattamente cosa volessi dire.
Non credevo che la mia vita sarebbe stata questa. Poteva andarmi peggio.
Ho passato tanti anni ad avere fretta. Sempre di corsa. Sempre di corsa.
Avevo fretta di vivere, di provare, di sentire, di fare tutto tutto, di rompere gli schemi, di andare oltre le regole.
Sempre di corsa. Sempre di corsa.
A volte arrivavo prima. E magari il portone era chiuso e dovevo comunque aspettare che qualcuno mi venisse ad aprire.
Per colpa di desideri o di ambizioni sbagliate, ho passato tanto, troppo tempo, circondata da persone che non mi hanno fatto bene. Ho usato parole belle che si sono consumate in fretta e allora mi sono nascosta nelle parole brutte, violente, faticose.
Sono scappata innumerevoli volte e non sono tornata quasi mai, perché ho sempre considerato i ritorni dei fallimenti.
Adesso sono adulta e capisco e non ho fretta e aspetto e scelgo. Soprattutto scelgo. Le persone, i colleghi, i posti, gli affetti, l’amore.
Anche l’amore diventa diverso, quando non hai più vent’anni.
Ho desiderato tutta la vita uomini che non potevo avere o uomini che fuggivano o uomini tormentati, strambi, eccentrici, figlidiputtana.
Ho passato la vita a cercare l’uomo che mi facesse vivere continuamente con le farfalle nello stomaco, che mi dicesse no, no, non posso, non voglio, non voglio stare con te, non posso stare con te. Un passo avanti, due passi indietro. Un passo avanti, due passi indietro.
Non so perché l’ho fatto. Per sfida, per paura, per desiderio. C’è così tanta passione nelle storie difficili! Non sarebbe bello vivere in un romanzo di quelli incasinati, ma che, poi, finisce bene?
Ho passato la vita a cercare la metà della mela. Perfetta. Precisa. Ho fatto un po’ di strada con uomini speciali, ho costruito castelli, case, sogni, desideri. Poi è tutto finito.
Passi tutta la vita a idealizzare l’uomo giusto, il principe azzurro, l’artista bello e dannato, e poi ti innamori di un esattore delle tasse o di un maestro elementare o di un metallaro quarantenne dai capelli lunghi.
L’amore è la cosa più ridicola e bella che ti possa capitare.
Alla mia età lo accetti e impari.
Impari che non è necessario riempire i vuoti e avere fretta e accontentarsi e rinunciare ai propri sogni e mettere le ambizioni e i desideri in un cassetto.
Impari che se non credi in te stesso, nessuno crederà in te, che se non impari a stare da solo, nessuno starà bene con te, che se non impari a godere delle cose che hai, non sarai mai sazio.
Tra pochi giorni è il mio compleanno.
Ho quasi capito cosa voglio fare da grande.
Ho capito che non bisogna dare agli altri illudendosi che un domani diano a te.
Ho capito che c’è ancora tanto lavoro da fare.
Ho capito che l’unico amore per cui vale la pena di lottare è quello che ti dice “voglio stare con te. Anche se fa paura, fa male, è difficile, è complicato, io voglio stare con te”.
Ho capito che tutto passa.
Ho capito che senza di te spariscono i colori.
Ho capito che nei fine settimana Milano si svuota.
Ho capito che sarà un grande anno. Il migliore.
Ci puoi scommettere.
Oggi è il mio compleanno.
Sono stata in palestra, ho pulito casa, ho mangiato avanzi, ho lavorato.
Ieri ho invitato gli amici a cena, per festeggiare il non compleanno e sono stata bene. Che poi avevo detto faccio una cosa piccola, senza impegno e invece abbiamo cucinato tantissimo e mangiato e chiacchierato e c’erano tutte le persone a cui voglio più bene a Milano e per questo sono stata bene, anche quando i vicini hanno iniziato a battere sulle pareti per dirci oh, bella gioventù, qui la gente vuole dormire, nonostante il vostro party di non compleanno. Poi abbiamo rotto una bottiglia di vino pregiato, però non l’abbiamo fatto di proposito, così abbiamo portato fortuna alla casa, come il varo di una nave e noi come mozzi a pulire per terra.
Oggi è il mio compleanno. Non pubblicherò nessuna foto, non scriverò d’amore, non parlerò del passato, non aspetterò nessuno.
Oggi sto bene. Perché a volte fanno benissimo anche solo gli abbracci.
E la crema al mascarpone sul pandoro.
Da ragazzini, mio fratello aveva questa cosa che, quando era sbronzo, faceva Rambo.
Lo faceva uguale, proprio con la voce, con la faccia di Stallone.
Allora io gli chiedevo, come nel mitico numero due, con la voce seria «Tu che cosa vuoi, Rambo?» e lui rispondeva «Vincere… e sopravvivere!»
Oggi mio fratello compie 31 anni. Vive in Brasile e non lo vedo da un anno e mezzo. Ho bevuto una bottiglia di Moretti alla sua salute. Se fosse stato qui, ci saremmo sbronzati insieme e ci saremmo fatti un sacco di risate.
E poi gli avrei confessato, tra una risata e l’altra, che ho finalmente deciso.
Voglio anch’io vincere. E sopravvivere.
(Auguri)
È il mio compleanno -ti ho detto- portami al mare.
E siamo saliti in macchina verso la costa.
C’era la nebbia, quella nebbia grigia e sporca, così veneta, così densa da entrarti nelle ossa, negli occhi, nei capelli lisci che diventano crespi, nei vestiti di lana che diventano pesanti.
Non distinguevamo nulla lungo la strada. Gli alberi, le case, i vecchi, i cani, le panchine, le fermate dell’autobus, le macchine parcheggiate, i cassonetti dell’immondizia.
Siamo arrivati sulla spiaggia, immersi nella foschia lattiginosa, e abbiamo iniziato a camminare e faceva freddo e tu dicevi è normale a gennaio e io pensavo all’anno in più e all’umidità che mi arricciava i capelli.
E abbiamo camminato sulla sabbia bagnata e sporca e per vedere il mare siamo dovuti arrivare fino a infilare quasi i piedi nell’acqua. Ed era un mare grigio, dello stesso colore del cielo, dello stesso colore della sabbia, dello stesso colore del vento.
Da quanto tempo non mi portavi a vedere il mare?
Ti ricordi quando, nei pomeriggi pigri e stanchi, saltavamo in macchina e andavamo a cercare la libertà? In fondo alla strada per la libertà c’era sempre il mare, azzurro o verde, calmo o arrabbiato, con l’odore forte di orizzonte e di promesse.
Questo mare qui, il mare di questo inverno, è un mare invisibile, un mare schivo, un mare che si nasconde e non vuole raccontare storie.
Ho sempre pensato che le storie di mare fossero dentro di noi, che avessimo il mare dentro.
Come il titolo di quel film che abbiamo noleggiato, anni fa, e non abbiamo mai finito di guardare e ci siamo detti prima o poi lo guarderemo, un giorno, in futuro. Quando ancora non ci spaventava l’eternità.
Sembra che, nonostante le ripetute proteste, anche quest’anno io sia costretta a festeggiare il compleanno.
L’età, per contratto, rimane la stessa degli ultimi cinque anni.
Grazie per gli auguri fatti in anticipo, in tempo e anche per quelli che arriveranno in ritardo.
Se aveste voglia di partecipare ai festeggiamenti e guadagnare gloria eterna, sulla colonna alla destra del blog trovate il bottone paypal per le donazioni (email: malafemmena@gmail.com).
I vostri omaggi saranno utilizzati per le spese fondamentali della dottoressa: creazione del fondo “tette nuove” o acquisto di Louboutin in saldo o bollette enel e gas per i prossimi mesi da libera professionista.
Alla mia salute!
Oggi aggiungo un anno in più a quelli sui quali mentire quando mi chiedono l’età.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri e quelli che me li faranno dopo aver letto questo promemoria.
Se proprio non riusciste a trattenervi dal volermi fare un regalo, nella colonna alla vostra sinistra trovate un simpatico bottone per le donazioni PayPal (email: malafemmena@gmail.com).
Perché, nonostante la crisi, bisognerà pur santificare le feste!
Foto di Dadevoti.
Silvio Berlusconi ha festeggiato il suo compleanno in mezzo ai terremotati.
Aveva finito le escort.
Considerati i tempi di crisi, le borse instabili, il gelo, la neve e i saldi anticipati, riuscire a selezionare i dieci migliori acrostici ricevuti per l’Sms Contest non è stato semplice.
Votate, nei commenti, il vostro preferito, entro la mezzanotte del 14 gennaio: l’sms che riceverà più voti vincerà una ricarica telefonica da 10 euro e un sacchetto di allegria.
Parola ai giurati!
#1 Dovresti Andare Nell’Internet A pecora Puttaniere
#2 Donaci Ancora Nottate In ADSL Stefania
#3 Domani Ancora Noi?!? Insostenibile Amore… Upisacan
#4 Davanti Abbiamo Nuove Incredibili Avventure Maxime
#5 Dona A Noi Impuri Amori Marco (machms)
#6 Dimmi Ancora “Non importa Amore” Cacioman
#7 Dolente, Ancora Non Ingrano Acrostici Dadevoti
#8 Dicono Abbia Neuroni In Abbondanza Searching
#9 Don Abbondio Non Intende Aderire anonimo
#10 Dania, Ancora Non Intendi Abbatterti? Vulcanina
A grande richiesta, il 9 gennaio, compleanno della sempreverde dottoressa Dania, torna il mitico SMS CONTEST, per condividere, con lettori e amici, le gioie e i dolori degli anni che passano (con stile).
Le regole, tanto per cambiare, sono sempre le stesse: manda, entro la mezzanotte del 10 gennaio, un sms al numero 3296361769, contenente un acrostico di 5 parole le cui iniziali formino la parola D A N I A.
Ricordati, inoltre, di lasciare il tuo nome/nick e l’indirizzo di un eventuale tuo blog.
Gli acrostici migliori verranno pubblicati su Malafemmena e sottoposti al voto popolare, nei commenti.
L’Sms più votato vincerà una ricarica telefonica da 10 euro.
Non saranno considerati validi acrostici lasciati nei commenti, su friendfeed, twitter, facebook e sulle pareti dei bagni dell’autogrill.
Partecipa anche tu all’sms contest di Dania!
E ricorda: sono sempre i migliori ad invecchiare. Noi peggiori preferiamo mentire sull’età.
Oggi, la mamma di Dania festeggia un compleanno importante.
Cosa consigli, alla dottoressa, di regalare alla sua genitrice?
1. Una Green Card per emigrare negli Usa.
2. Un portafogli (vuoto).
3. Un pezzo di Alitalia.
4. Un manganello per picchiare gli studenti, mentre manifestano per i loro diritti.
5. La mummia di Andreotti.
6. Un migliaio di esuberi del pubblico impiego.
7. Un nipote cane.
8. Il libro della Carfagna.
9. Un santo in paradiso.
10. La promessa che, quando Dania avrà la sua età, l’Italia sarà un posto migliore di adesso.
Domani, A letto con Dania, alle 22.
Cinque anni sono più della durata di un contratto di lavoro.
Cinque anni sono più lunghi di molti matrimoni.
Cinque anni sono più dell’età dei figli delle mie amiche.
Cinque anni sono sufficienti per una seconda laurea.
Cinque anni sono abbastanza per cambiare profondamente.
In cinque anni puoi incontrare gente splendida.
In cinque anni puoi incontrare gente orribile.
In cinque anni puoi capire cos’è l’arte.
In cinque anni puoi imparare a scrivere.
In cinque anni puoi imparare ad essere umile.
Un sesto della mia vita l’ho trascorso tra queste pagine virtuali, imparando, scrivendo, leggendo, sorridendo, arrabbiandomi, piangendo e divertendomi.
Senza questi cinque anni da malafemmena, non sarei quella che sono.
Grazie a tutti voi, per la pazienza e per avermi seguita in questo bizzarro lustro.
Daniela Farnese, in arte Dania