Con estremo ritardo, dovuto agli intoppi dell’ordinaria vita analcolica professionale, torno alla promessa recensione del weekend del vino.
A differenza di molti autorevoli colleghi tenutari di blog, ai quali viene richiesto di parlare, scrivere, leggere, provare e testare prodotti e servizi, l’architetto e io, pur coltivando un malsano presenzialismo autofinanziato e una passione smodata per il vino, non siamo avvezzi a inviti tanto prestigiosi e non sapevamo cosa aspettarci dalla gentilezza di Francesco Zonin.
Siamo arrivati a Cervignano del Friuli all’ora di pranzo, con il cielo nuvoloso e poche ore di sonno alle spalle, tenute a bada solo dai caffè nazionalpopolari dell’autogrill.
Varcato il cancello della tenuta di Ca’ Bolani, il lungo viale di cipressi, il silenzio, il vento lieve e la vicinanza alle cantine hanno influito istantaneamente sul nostro umore, facendoci sentire a nostro agio, allegri e assetati.
Cristina, addetta all’ospitalità della struttura, ci ha accolti sorridente, proponendoci, prima del pranzo, un veloce giro tra i 550 ettari di vigne che circondano la casa.
In lontananza, aironi, lepri e caprioli correvano in libertà .
Mentre ammiravamo i filari di viti, provando a simulare una competenza eccessiva per noi due esperti da osteria, consumatori di vino attenti, ma non dotti, amanti lussuriosi di Bacco e affascinati dagli esperti, capaci di coglierne sfumature lievi e profumi accennati, abbiamo ascoltato come nasce l’idea del vino, come cresce, si sviluppa e vive il mondo racchiuso in un bicchiere.
Al rientro, ci è stato offerto un ottimo pranzo con degustazione dei migliori vini della produzione Zonin.
E mentre la cuoca, signora Paola, ci serviva il buon cinghiale “scambio con la nostra tenuta toscana“, il pensiero è tornato istintivamente ai caprioli e alla velocità della loro fuga.
Dopo il rituale friulano del resentin con la grappa, con una serenità tale che neanche mia madre è mai riuscita ad avere, ci sono state consegnate le chiavi della villa, insieme a l’augurio di trascorrere un buon pomeriggio e una buona nottata.
Trovando inutile sottolineare quanto possa essere gradevole un’accoglienza del genere, mi piace pensare a come il blog, strumento che quotidianamente uso per tessere la maggior parte delle mie relazioni sociali, possa diventare, per la settima generazione di una casa vinicola, il mezzo per arrivare a me, bevitrice allegra e resistente, e per raccontarmi quello che succede prima che la bottiglia arrivi sulla mia tavola.
Essere entrati in così profonda intimità con il prodotto vino non può che ispirarmi fiducia (e questa sarà la scusa ufficiale che userò per tutte le mie future sbronze).
Nello spirito del 2.0, mi piacerebbe ricambiare l’ospitalità di Francesco Zonin, ma dal momento che la mia famiglia produce solo sfiga, da più di sette generazioni, mi limiterò a ringraziarlo e a brindare alla sua salute, quando ce ne sarà l’occasione.
Foto di Daniele Devoti.
invidia, lacerante invidia
Teiluj, c’era una stanza anche per voi, rimasta, desolatamente, vuota
Ma questo è un markettone che si può sopportare solo perché è prodotto da Dania. E non dire che non produci niente!!
Comunque domani corro a comprare una botte di vino Zonin.
un grazie scritto diventa subito marketta. È il destino dei blogger
Sono pronta a testare tanti altri prodotti, sia chiaro!
NON DIREI che la tua famiglia produce solo sfiga
Ha prodotto anche una gran figa
cassio: grazie. Credo solo che la mia sia stata un’annata fortunata
Dottoressa fate un salto a Morro d’Alba (AN),in maggio c’è la festa della Lacrima:un rosso eccellente
ma dopo il “veni, vini, vici… l’alea è stata tratta o no??… giusto per sapere…:))
frapre
Mi piace come scrivi e come fa le foto l’architetto…
Mi avete quasi convinta a una grande svolta stilistica: da oggi scriverò solo post lunghi, solo dopo aver bevuto vino e solo per chi mi ospita in posti belli
Non posso che congratularmi, per la tua verve di scrittrice…
Sei invitata a trovarmi il prossimo week end (vedi sotto). Ospite mia s’intende, accompagnata ovviamente dall’esimio Daniele!
http://www.inshow.it
Marketttting…
leggo da diverso tempo e apprezzo, ma questa è proprio una caduta di stile.
Si salva la battuta sulla sfiga.
Comunque complimetni per il blog, davvero originale
è normale ricambiare l’ospitalità e, quando viene da famiglie-aziende, scadere nella marketta. Non è molto diverso dai blogger tecnici che recensiscono pc o telefoni. Solo che, a differenza di un telefono, il vino ti fa stare molto meglio
P.s. quello invitato era l’architetto. Io mi sono semplicemente aggregata.
anche io penso che questa markettona sia un po’ una caduta di stile… io l’avrei fatta + da ridere e senza nasconderne la natura…
Perché avrei dovuto farla “più da ridere”? Sono stata davvero benissimo e non mi hanno nemmeno chiesto di scrivere nulla. L’invitato era Dadevoti perché lettore del blog di Zonin e ho specificato chiaramente che non sapevamo cosa aspettarci dall’invito.
Non vedo perché prendere in giro chi mi ospita così cordialmente.
dai non ti offendere… apprezzo il tuo umorismo, veramente dico, non c’è niente di male a fare marchettoni… dico solo che io l’avrei venduta un po’ meglio… così si vede… sembra una pubblicità del dixan…
e ora dopo aver provato a farsi le banche i comunisti fanno pure le markette! e vaiiiiiiiiiiiii