Vorrei chiedere scusa al Paese per aver lottato poco perché fosse liberato dalle ingiustizie, dalle discriminazioni, dalle mafie, dall’ignoranza, dal guadagno facile, dal disprezzo per i più deboli, dalla xenofobia, dallo sfruttamento dei lavoratori e dalla corruzione.
Vorrei chiedere scusa ai miei nonni per aver combattuto poco perché non ci fossero più fascisti al governo e non ci fossero più padroni.
Vorrei chiedere scusa ai figli che verranno per non aver partecipato ad alcuna resistenza che avrebbe potuto lasciare nelle loro mani un’Italia migliore.
Eppure sono sicura che se avessi imbracciato il mio fucile per scappare sui monti avrei passato il tempo a disperarmi perché il cellulare era senza campo e la connessione viaggiava a 56k.
Vorrei anche chiedere scusa ai lettori perché, in occasione del 25 aprile, riciclo un video girato e pubblicato lo scorso anno su Malafemmena. Tra trasloco, ricerca del lavoro, umore a terra e primavera assente non posso che replicare l’entusiasmo dei tempi migliori.